Il sole sta calando, e dalla finestra si vedono le prime luci accese nell’edificio di fronte, che impietosamente nasconde il magnifico skyline della città.
Frank è seduto sulla poltrona. Cerca di rilassarsi fumando l’ennesima diavoleria elettronica che dovrebbe allontanarlo una volta per tutte da quelle dannate bionde.
Si sentono dei passi lenti ma decisi provenire dalla sua testa. Una improbabile porta si apre. Frank sorride.
Martin: Ciao Frank.
Frank: Ciao Martin, era un po’ che non ci si vedeva.
Martin: Cosa mi racconti?
Frank: Oggi ho passato l’intera giornata a lavorare su una campagna pubblicitaria per un’azienda che non ha nemmeno bisogno di pubblicità.
Martin: E quindi hai sprecato il tuo tempo?
Frank: Sì, esattamente. Ma sai com’è, il mio lavoro è creare advertising, quindi dovevo farlo.
Martin: Non sarebbe stato meglio concentrarsi su un progetto che ha un senso, piuttosto che fare pubblicità inutili per un brand che, come dici, non ne ha nemmeno bisogno?
Frank: Stai esagerando. Il mio lavoro è questo, non devo salvare il mondo.
Martin: Nessuno ti ha chiesto di salvare il mondo. Il tuo lavoro puoi farlo non solo per accumulare quattrini, ma anche per fare la differenza. E questo significa non sprecare tempo su cose che non hanno senso.
Frank: Ma se il mio cliente vuole una campagna pubblicitaria, io devo fornirgliela. Non posso permettermi di perderlo.
Martin: Ma se il tuo cliente vuole da te una cosa totalmente inutile, non è forse il caso di dirgli di no, e magari fargli capire le tue motivazioni?
Frank: Forse hai ragione, ma non è così semplice. Il mio compito è soddisfare le loro richieste, non impormi su di loro.
Martin: Frank, diciamolo chiaramente: il tuo lavoro non ti dà soddisfazione. Allora mi chiedo perché diavolo lo fai?
Frank: Perché devo guadagnarmi da vivere. Non posso permettermi il lusso di scegliere solo i progetti che mi piacciono.
Martin: Non credi che ci sia un modo per fare entrambe le cose? Per guadagnare da vivere e seguire progetti che facciano la differenza?
Frank: Forse sì, ma non so come fare. Non ho mai pensato seriamente a progetti del genere.
Martin: Allora è il momento di iniziare a pensarci. E se hai bisogno di aiuto o di un’altra prospettiva, sai che puoi sempre contare su di me.
Frank: Grazie, vecchio mio.
Martin: Sai dove trovarmi.
Frank si alza e si dirige alla scrivania. Apre il cassetto, quello piccolo in basso, e prende una sigaretta. Una vera. L’accende soddisfatto.
Si avvicina alla finestra, guarda fuori: ormai è buio pesto.
Sulla scrivania c’è un appunto preso al volo per un lavoro che lo attende di lì a breve.
Una sola parola: Venere.
Ma questa è un’altra storia.