È mattina presto di un mercoledì nebbioso, il traffico attanaglia la città come sempre. Attraverso le strade affollate, il taxi si dirige verso quel grattacielo di vetro e acciaio che si erge come un monòlito nel cuore di quella giungla di cemento.
Fissa l’orizzonte, mentre riflette su cosa dovrà affrontare di lì a poco.
Guarda l’orologio: 06: 45.
Le luci sfocate della città scorrono davanti ai suoi occhi, mentre le note di una melodia fuori posto provengono dalla radio, evocando immagini di un film in stile Casablanca. Il pubblicitario, con il suo inseparabile blocco nero per gli appunti, si stava dirigendo verso il suo ufficio, situato all’interno del maestoso grattacielo.
Il taxi si ferma davanti all’entrata del grattacielo, paga il tassista e si avvia verso l’interno. Le porte automatiche si aprono davanti a lui, rivelando un elegante atrio in marmo e una receptionist che lo accoglie con un sorriso.
Guarda l’orologio: 7:45.
Si avvia verso l’unico ascensore che gli fa sperare di arrivare su in un tempo accettabile. Sorrisi di circostanza con gente che da anni condivide con lui quel tragitto lungo quasi trenta piani, ma di cui non conosce minimamente il nome. O che diavolo faccia in quell’edificio.
Ventottesimo piano. Esce e da lontano sente “odore di lavoro altrui” provenire dal suo ufficio. Entra e a testa bassa si dirige verso il suo studio, cercando di evitare sguardi che richiedono in cambio un “buongiorno come va?”
Lancia il blocco sulla scrivania e dalla tasca della giacca tira fuori il pacchetto di sigarette. Mentre ne accende una, non può fare a meno di pensare a quell’orribile banner presente ovunque, anche nel suo ufficio, sul quale si staglia un logo banale con una headline poco persuasiva: VIETATO FUMARE, I TRASGRESSORI SARANNO PUNTI A NORMA DI LEGGE.
Guarda l’orologio: 08:05.
Dopo venticinque minuti esatti, entra nella stanza un uomo di mezza età, il CEO della ICS Corporation, con un’espressione decisa sul volto. Si siede di fronte al pubblicitario, pronto a discutere la strategia di marketing della sua azienda.
Si erano già sentiti al telefono, e l’uomo di mezza età aveva deciso, sin dalle prime battute, che darsi del tu avrebbe facilitato le cose. La telefonata era stata breve, giusto il necessario per essere ora lì.
“Buongiorno, andiamo subito al sodo. Vorrei discutere con te riguardo una campagna pubblicitaria per la mia azienda. Vogliamo aumentare la nostra presenza sul mercato.”
Il pubblicitario risponde con finto entusiasmo, stringendogli la mano.
“Buongiorno sarò felice di aiutarti ma prima di iniziare, mi piacerebbe sapere qualcosa in più sul tuo brand. Come lo descriveresti?”
Il CEO riflette per un attimo, guardando fuori dalla finestra prima di rispondere.
“Beh, siamo nel settore da un po’ di tempo, ma non abbiamo mai veramente focalizzato i nostri sforzi sull’idea di brand. Vendiamo prodotti di qualità, ma la nostra immagine aziendale è piuttosto generica.”
Il pubblicitario annuisce comprensivamente, appoggiandosi al suo tavolo di lavoro.
“Capisco. Hai presente il concetto di “brand equity”?”
Il CEO alza le sopracciglia, rivelando una certa incertezza.
“Sì, ho sentito parlare di “brand equity”, ma non sono sicuro di cosa significhi esattamente.”
Il pubblicitario si illumina, vedendo un’opportunità per spiegare il concetto al CEO.
“La “brand equity” si riferisce al valore aggiunto che un brand può dare a un prodotto o servizio. Un brand forte può aiutare a differenziare la tua azienda dalla concorrenza e a creare un legame emotivo con i consumatori. Ti faccio un esempio: pensa a Coca-Cola. Il loro brand è così forte che le persone spesso scelgono i loro prodotti basandosi solo sul marchio, anche se ci sono alternative simili sul mercato.”
Il CEO annuisce, comprendendo il concetto, ma solleva un’obiezione.
“Capisco, ma possiamo comunque fare pubblicità anche se il nostro brand non è così forte, giusto?”
Il pubblicitario risponde con un’espressione seria, sottolineando l’importanza di un brand forte.
“Certamente, possiamo fare pubblicità, però è importante capire che un brand debole potrebbe non trarre il massimo vantaggio dagli sforzi pubblicitari. È come cercare di colpire un bersaglio al buio; puoi provare a colpirlo, ma le tue possibilità di successo saranno limitate. Concentrarsi sul rafforzamento del brand prima di investire in una grande campagna pubblicitaria ti darà un vantaggio e renderà i tuoi sforzi più efficaci.”
Il CEO riflette sulle parole del pubblicitario e si rende conto dell’importanza di un brand forte.
“Hai ragione. Non avevo considerato questo aspetto e l’impatto che potrebbe avere sulla nostra pubblicità e sulle vendite. Come possiamo iniziare a rafforzare il nostro brand?”
Il pubblicitario sorride, soddisfatto nel vedere che il CEO è aperto a cambiare la strategia.
“Ci sono diverse strategie che possiamo adottare. Innanzitutto, dobbiamo identificare i valori fondamentali dell’azienda e comunicarli in modo chiaro e coerente. Dovremmo anche lavorare sull’estetica del brand, come il logo, i colori e il design, per renderlo facilmente riconoscibile e attraente per i consumatori.”
Il CEO ascolta attentamente, prendendo nota dei suggerimenti del pubblicitario.
“Questo suona come un buon punto di partenza. E per quanto riguarda la campagna pubblicitaria? Dovremmo aspettare di rafforzare la nostra immagine prima di procedere?”
Il pubblicitario riflette per un momento.
“Non è necessario aspettare di avere un brand perfetto per iniziare a fare pubblicità, ma è fondamentale cercare di integrare il processo di rafforzamento con la campagna pubblicitaria. Possiamo iniziare ad ideare la campagna tenendo conto dei nuovi elementi che stiamo sviluppando, assicurandoci che siano coerenti con il messaggio che vogliamo comunicare.”
Il CEO annuisce, soddisfatto della proposta.
“Mi sembra un piano solido. Quando possiamo iniziare a lavorare su tutto questo?”
Il pubblicitario replica senza indugio.
“Possiamo iniziare subito. Metterò insieme un team di esperti per lavorare sul tuo brand e inizieremo a elaborare strategie per la campagna pubblicitaria. Ti aggiornerò sui progressi e ti coinvolgerò nelle decisioni importanti.”
Il CEO sorride, rassicurato dalla competenza e dall’entusiasmo del pubblicitario.
“Ottimo, non vedo l’ora di vedere i risultati. Grazie per la tua consulenza e il tuo impegno.”
Il pubblicitario cerca di nascondere l’evidente soddisfazione.
“Grazie a te per la tua fiducia e per l’opportunità di lavorare insieme. Sono convinto che, con un brand forte e una campagna pubblicitaria ben congegnata, la tua azienda farà passi in avanti notevoli.”
Si salutano, il CEO lascia il suo studio. Si accende una meritata sigaretta e si avvicina alla finestra e pensa che le cose, oggi, potevano andare decisamente male. Sorride soddisfatto.
Guarda l’orologio: 09:15.
Ora può iniziare a lavorare.
Trailer “Equity Avenue, 28th floor – The End”.
E così, il CEO e il pubblicitario iniziarono a lavorare insieme per rafforzare il brand e pianificare una campagna pubblicitaria efficace.
Le cose non andarono sempre lisce come l’olio, ma col tempo, i risultati del loro sforzo congiunto diventarono evidenti: il brand guadagnò riconoscibilità e rispetto nel mercato, mentre la campagna pubblicitaria riuscì ad attrarre l’attenzione dei consumatori e stimolare le vendite.
Man mano che il brand si consolidava e la campagna pubblicitaria faceva il suo corso, il CEO imparò l’importanza di una strategia di marketing ben ponderata e dell’impatto che un brand forte può avere sul successo di un’azienda. La collaborazione tra il CEO e il pubblicitario si rivelò fruttuosa, e insieme riuscirono a far crescere l’azienda in modo significativo e sostenibile.
Il pubblicitario continuò a ignorare quella headline poco persuasiva presente ovunque, ma si ripropose di approfondire ciò che c’era dietro quel messaggio…