Ci sono molte persone là fuori – magari anche tu che leggi – che potrebbero scrivere un best seller dal titolo: “100 motivi per cui non sono creativo“.
Lascia che ci provi io a scriverlo, e, se stai pensando, cosa c’entra con l’innovazione, continua a leggere, per favore.
Non ti elencherò cento motivi, ma ne menzionerò tre:
- Non sono il tipo creativo. Non sono un artista. Di fatto, suggerendo che la creatività sia legata e limitata alle persone e alle industrie “tipo-artista”.
- Non sono nato così; “o ce l’hai o non ce l’hai” – il che implica che non puoi impararlo.
- Ho paura di fallire
E allora, analizziamo questi tre punti:
I. Non sono il tipo creativo
Per anni, ho avuto sulla mia scrivania il nido di un Tessitore (un tessitore è un uccello che prende il nome dalla sua costruzione di nidi – tesse letteralmente con steli d’erba o foglie lunghe e strette).
Ne ho trovato uno in un parco vicino a casa mia e ho pensato di metterlo sulla scrivania come promemoria che se un tessitore ha l’ingegno per creare una costruzione tridimensionale così articolata con nient’altro che il suo becco, usando solo steli d’erba e foglie, allora anche io sono in grado di “creare”.
In tibetano non esiste una parola per il concetto di creatività.
Il termine che più si avvicina alla parola creatività è “naturale”.
Poiché siamo “naturalmente” creativi, come un tessitore, siamo tutti nati creativi.
Il motivo numero uno: “Non sono creativo”, quindi non è una ragione valida.
II. Non sono nato così; la creatività non può essere appresa
I tibetani usano la parola naturale per esprimere la creatività perché per un essere umano, la creatività è naturale, come respirare.
Solo perché non la usiamo, non significa che non ce l’abbiamo. Sfortunatamente, però, quando qualcosa non viene utilizzata, tende a restringersi, come un muscolo, o a decadere, come un edificio abbandonato, diventando inutilizzabile.
Quando non esercitiamo la creatività, finisce per rimanere dormiente al punto che ci dimentichiamo che sia lì.
Nel 2006 Sir Ken Robinson, un educatore del Regno Unito, tenne uno dei più famosi (se non il più famoso) TED Talk di tutti i tempi, intitolato “Le scuole uccidono la creatività?”.
Affermando che la creatività “è importante nell’educazione quanto l’alfabetizzazione e dovremmo trattarla con lo stesso status“.
Questo suggerisce che la creatività, come l’alfabetizzazione, può essere insegnata e appresa.
Se investiamo anni per diventare fluenti nella lettura e nella scrittura, e consideriamo tali competenze essenziali per il progresso personale, la carriera e l’avanzamento umano, allora sicuramente dovremmo impegnarci nello sviluppo di un insieme di abilità creative?
Sia l’alfabetizzazione che la creatività sono ugualmente importanti per il progresso personale, per la carriera e per l’avanzamento umano.
Eravamo tutti creativi all’asilo, vero?
Abbiamo semplicemente perso il contatto con la creatività e reso questo potente muscolo impotente, facendogli perdere tutta la sua elasticità, tono e massa.
Il motivo numero due: “Non sono nato così; la creatività non può essere appresa”, si rivela essere una falsa affermazione – sei nato creativo, sei nato dotato di creatività e puoi svilupparla.
III. Ho paura – paura di fallire
Sì, fallire è brutto, vero?
Ma la creatività in realtà non riguarda il successo, almeno non immediatamente.
La creatività non riguarda quanto velocemente si fa qualcosa di giusto; la creatività riguarda il perseverare attraverso tutti i tentativi falliti necessari per farla diventare giusta.
Sapevate che gli archivi di Leonardo da Vinci, Steve Jobs, Spike Lee, Bill Gates e Beethoven sono pieni di progetti falliti?
Sapevate che i fratelli Wright impiegarono decenni, con più passi indietro che in avanti, prima che la loro intuizione e il processo creativo vedessero la luce del giorno?
Il motivo numero tre: avere paura non è una ragione sufficientemente valida per non provare; l’ingegnosità umana è afflitta da primi tentativi andati male e fallimenti totali.
Quindi, il fattore numero uno per l’innovazione è la consapevolezza di essere creativi. Smetti di pensare di non essere creativa o creativo e “cambia rotta”, riconosci il fatto che sei nato dotato di creatività.
Lo sospettavi da sempre, e ora posso confermarlo: tu sei creativo, tu sei creativa!