Un vaso di Pandora da cui escono piume bruciate. Da mesi seguo l’evoluzione del mondo influencer (non ho detto Creator) in particolare post lock down che ci ha resi divoratori/creatori di contenuti, ed ha amplificato enormemente notorietà e introiti.
Seguo diversi canali in cui da tempo si fa debuking alle balle stratosferiche raccontate da molte influencer. Dal fatturato ritoccato a cose molto gravi quali abusi ostentati, infertilità millantata o prole morente (…) per attrarre attenzione e vendere corsi a misericordia.
Sia chiaro, il lavoro di influencer/creator è una cosa seria, e porta grandi benefici ai Brand se fatto bene, con professionalità da entrambe le parti.
Era ovvio che l’hype non sarebbe durato per sempre, anche perché, con le ultime elezioni, abbiamo scoperto che gli influ non spostano manco un voto.
L’influenza forse non è così influente.
Codici sconto a parte.
Le dinamiche influencer/community erano in qualche modo destinate a cambiare.
Complice una crisi davanti a noi e la povertà dei contenuti – cosa comprensibile in un ecosistema insostenibile che ci chiede ogni giorno fresh juice al mantra di “pubblicare pubblicare pubblicare” dove il rischio è quello di pubblicare boiate – vale, sorry. Not sorry.
Se poi aggiungiamo che in un delirio di onnipotenza molti iniziano a maltrattare le proprie community, a insultare i follower – chiamati addirittura orgogliosamente galline in taluni casi – a minacciare di denuncia se i commenti sotto i post non incontrano le proprie grazie, il giochino si rompe.
Fa tutto molto ridere, lo so.
𝙁𝙤𝙧𝙨𝙚 è 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙙𝙖 𝙞𝙣𝙛𝙡𝙪𝙚𝙣𝙘𝙚𝙧 𝙖 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡 𝙚𝙣𝙩𝙧𝙚𝙥𝙧𝙚𝙣𝙚𝙪𝙧 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞 𝙝𝙖 𝙛𝙤𝙩𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤. 𝘼𝙣𝙯𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙞𝙘𝙪𝙧𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤.
𝙀𝙘𝙘𝙤 𝙥𝙚𝙧𝙘𝙝é 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙡 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙞 𝘾𝙧𝙚𝙖𝙩𝙤𝙧𝙨.
𝘾𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝘾 𝙢𝙖𝙞𝙪𝙨𝙘𝙤𝙡𝙖.
Forse avete seguito la debacle (o meglio la shitstorm) post elezioni di nota fashion influ milanese che, già avvezza all’insulto, ha straparlato, strainsultato et voilat, il pandemonio globale.
Un carro dei vincitori alla rovescia su cui molti sono saliti, perché si sa, se affossiamo il competitor, magari per me c’è più spazio.
E poi, l’avete visto Wanna su Netflix?
Avete notato particolari differenze tra molti influencer e la regina delle televendite? No vero?
Al netto di qualche fenicottero rosa, anche lei faceva i balletti e insultava la community.
Perché ok le balle per le view e i like, ma meno ok le balle per vendere i propri prodotti. Quello mi pare sia ancora truffa in Italia.
Ecco, my2cents: preparatevi ad un bel vaso di pandora 3.0. da cui usciranno piume di poveri fenicotteri rosa finiti in un sistema fuori controllo di cui pochi hanno beneficiato, e per colpa del quale chi vende in ambito digitale avrà vita dura.
Ma magari mi sbaglio.